Luigi Onori’s review, Il Manifesto 18,2,22

Fabrizio SperaConcerts Reviews

Felice e numerosissimo è il pubblico che sta affollando la Casa del Jazz in serate (11-15 febbraio) di valore: Roots Magic, il pianista Greg Burk in quintetto, il duo con l’altosax Tim Berne ed il pianista Matt Mitchell e, infine, Craig Taborn. (…) Atrettanto originale è la musica del quartetto Roots Magic (Alberto Popolla ed Errico De Fabritiis, ance; Gianfranco Tedeschi, contrabbasso; Fabrizio Spera, batteria) che a Roma ha presentato, prima nazionale, la versione allargata con Eugenio Colombo (sax soprano, flauto) e Francesco Lo Cascio (vibrafono). Roots Magic sestetto ha debuttato nell’agosto 2021 alla rassegna “Jazz em Agosto” di Lisbona e i brani eseguiti alla Casa del Jazz – con un criterio antologico rispetto ai due Cd editi per la Cleanfeed – sono stati appositamente arrangiati per sfruttare le trame timbrico-ritmiche del vibrafono e il soprano come terzo fiato (al flauto Colombo ha regalato ispiratissimi assolo). Roots Magic mantiene intatta la sua vocazione a rileggere e ad attualizzare il blues, pescando in quello più ancestrale e remoto (Geeshie Wiley, Skip James, Charley Patton) come nella “new wave” dei decenni ‘60 e ‘70 (Marion Brown, Kalaparusha Ken McIntyre). Il brillante collettivo romano crea una musica spesso poliritmica e polifonica, capace di generare una fortissima tensione sonoro-emotiva, musica in cui tutti sono parte di un lavoro di squadra che esalta il “suono” dei singoli in una dimensione comunitaria. Concerto sold-out, quasi liberatorio, per un pubblico entusiasta e partecipe.